domenica 14 giugno 2015




Quel rapporto personale...


domenica 14 giugno 2015

La partecipazione al "Laboratorio di Preghiera e Vita", ha arricchito profondamente la mia fede facendomi entrare in un rapporto personale con il Signore.  Quest'intima comunione con Gesù sconfigge l'egoismo ed esalta l'Amore, inteso come forza che unisce. Le modalità e i fatti di vita consigliati negli esercizi settimanali, mi hanno portato a praticare sentimenti di perdono, affetto e tenerezza, tralasciando risentimenti, giudizi, supposizioni, col purificare le intenzioni. Ho imparato a perdonare come Gesù perdonava, ad amare come Gesù amava. Ho cercato quindi di mettere in pratica le opere di misericordia come se Gesù stesso agisse in me, attraverso di me, ponendomi sempre la stessa domanda: "che farebbe Gesù al mio posto?". Ho tanto apprezzato il metodo del laboratorio e l'impegno e la preparazione delle guide che mi hanno assistito in questo cammino insegnandomi a rapportarmi personalmente con il Signore per diventare sua discepola. Il laboratorio è stato anche un'occasione per stabilire un rapporto di vera amicizia con tutti i partecipanti. Ho superato così tanti momenti di angoscia e di ansia per le mie vicende personali, attingendo tanta pace e serenità interiore.Cercherò adesso di perseverare con impegno per mettere in pratica ciò che ho imparato.

Fina Calvagno (partecipante)
parr.  S. Maria della Guardia (Belpasso - Ct)
Deserto 14 giugno 2015

giovedì 11 giugno 2015




Un Cuore nuovo


giovedì 11 giugno 2015

Mettere ordine nella propria vita, mettersi sulla strada che porta da lui con un atteggiamento di ascolto e con tanto desiderio ed umiltà, come le vergini che aspettano lo sposo. Cristo pensa a te come se tu fossi l'unica persona al mondo e ti chiama così come sei. Cristo conosce i tuoi timori, le tue sofferenze, i tuoi dubbi."Venite a me - egli dice - voi che siete stanchi e oppressi ed io vi risponderò, vi darò un cuore nuovo". Metti ai piedi di Gesù tutto quello che ti sta a cuore abbandonandoti totalmente a lui perché Gesù non delude: come pensa a quei gigli del campo, figuriamoci come si cura dei suoi figli che lo invocano!... Ma noi, ci crediamo veramente?...Padre, mi metto nelle tue mani, fai di me quello che vuoi. Nella preghiera, tutto quello che chiederete il Signore ve lo concederà già da adesso. Dona dunque al Signore un animo contrito. Quando siamo pieni di noi stessi la grazia non può entrare. Più ci facciamo piccoli, ci annulliamo, più spazio trova lo Spirito Santo e si compie il miracolo.L'esperienza del "Laboratorio di preghiera e vita" è stato come riprendere quel filo che si era interrotto dopo anni di cammino. Il Signore è fedele non mi ha mai perso di vista, ha mandato un angelo proprio perché io ritrovassi il bandolo della matassa... e ricominciassi a fare ordine nella mia vita.

Enzo Caponnetto (partecipante)
Belpasso - Ct
Deserto 11 giugno 2015



Oggi devo fermarmi a casa tua...


giovedì 11 giugno 2015

Sono  sinceramentee profondamente  convinto che, ogni avvenimento,  ogni decisione, ogni persona che attraversa la nostra vita, fa parte di un disegno divino.
Se guardo al mio passato,  quando vivevo lontano dal  Signore, un immenso sbigottimento, costellato di "perché" mi  assale. Tante decisioni, tanti incontri, tanti avvenimenti e persone  si sono intrecciati fra loro; accavallandosi, combattendosi, attraendosi e respingendosi allo  stesso tempo. Chi poteva carpirne il motivo e darne una proiezione nel futuro?
Mi ritornano in mente  le parole dette a Zaccheo da Gesù: "Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua". Zaccheo, a differenza di me, lo cercava, si era fatto largo fra la folla  e quando capì che non sarebbe riuscito a vederlo,  salì sull'albero di sicomoro.
lo il Signore non l'ho cercato, non mi sono fatto largo fra la folla, ma Cristo un bel giorno,  incrociando la mia strada, mi ha rivolto le stesse parole dette  a Zaccheo: "Oggi devo fermarmi a casa tua". Non ho avuto il tempo di pensare, di capire quello che mi stava per succedere, né tantomeno accennare qualche  parola, ipocritamente ispirata  dalla mia falsità, e dire: "Signore, io sono un peccatore, non sono degno...".  Neanche questo. Fu un "eccomi" pronto, indubbiamente voluto e in piena libertà. Fu un salto nel buio.
Iniziò cosi un periodo travagliato, afflitto da un malessere esistenziale mai provato prima.
Mi dicevo: ma che senso ha tutto questo? Sento la  necessità di incontrare il Signore e, nello  stesso tempo, ho perso la mia pace interiore... Che contraddizione!...
Oggi capisco che non c'era nessuna contraddizione. La pace, come la intendevo io, era ben altra cosa di quella che il Signore stava facendo crescere dentro di me: "santa inquietudine!".
La chiamò cosi il sacerdote al quale mi rivolsi per la confessione.
Proprio seguendo infatti quella "santa  inquietudine" il  Signore mi ha condotto per mano fino ad oggi. Certo qualche volta  ho cercato di svincolarmi dalla sua mano ma, puntualmente, il  "Pastore" raggiungeva la sua "pecorella smarrita", e la caricava pazientemente sulle spalle, riportandola all'ovile. Mai un rimprovero, sempre con dolcezza; mai con forza ma con tanto Amore... Lo sentivo piegarsi su di me, mi raccoglieva con le Sue mani lacerate dalle spine e mi tirava fuori dai rovi dove deliberatamente mi ero cacciato e solo allora capivo che senza di Lui non potevo fare nulla.
Cinque mesi fa fui avvicinato da una cara persona, la quale, con molto garbo e delicatezza, mi propose di partecipare al "Laboratorio di preghiera e vita": accettai con qualche perplessità ma anche con entusiasmo ed ora posso dire di aver fatto bene.
Mi  aspettavo una preghiera con la meditazione di brani  biblici ed invece mi trovai di fronte ad una preghiera strutturata in varie sessioni (15 per l'esattezza) con cadenza settimanale.
Ogni sessione ha avuto un suo tema centrale ed è stato un crescendo d'impegno spirituale:
meditazioni, canti, testimonianze e soprattutto è stato un costruire quel senso comunitario fra dodici persone che si sentono e vogliono fare "comunità" avendo in comune ,un unico  catalizzatore, "LA PAROLA".  Essa è stata il "filo conduttore" delle nostre preghiere.
In tutto questo, il risvolto che mi ha scosso maggiormente, è stato l'impegno a mettere in pratica, durante la settimana, ciò che la "Parola" ci aveva fatto ascoltare. Non si vive più come  prima, c'è come una consapevolezza nuova della propria fede; tutto è indirizzato con e per Gesù. Ci si lascia "modellare" dalle mani dello Spirito di Dio.
Ho imparato ad "ascoltare" la Parola non passivamente ma come in un colloquio.
Questa esperienza l'ho  vissuta in pieno con alcuni brani del Vangelo ed è stato bellissimo.
Mi sono ritrovato nudo davanti al Signore ed ho parlato con Lui. Abbiamo parlato d'Amore, di perdono, di sofferenza, di sensi di colpa, del prossimo, dei miei peccati. Con Lui mi sono confidato, a Lui mi sono affidato.
Il "deserto" (tempo forte di "incontro" e meditazione), ha concluso la serie delle sessioni.
Sono rimasto solo in aperta campagna per delle ore a meditare sui benefici  che il Signore mi aveva concesso durante questi mesi e, nel ringraziarLo, il mio colloquio è diventato preghiera  e la mia preghiera un abbandono confidenziale ed intimo con Lui.
Per concludere mi  affiderò  alle parole del salmo 85 per lodare e ringraziare  Dio.
"Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà  la nostra terra.  Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo...

Paolo Calanni (partecipante)
Belpasso - Ct
Deserto 11 giugno 2015

Qualcuno, sul ciglio della strada...


giovedì 11 giugno 2015

Riassumere  in poche parole cosa ha rappresentato per me il "Laboratorio  di Preghiera e Vita" è estremamente  difficile.  Voglio fare una premessa  ed essere sincero: quando mi è stato chiesto se avessi voluto fare quest'esperienza, ho accettato pensando di aggiungere un altro tassello al già ricco mosaico di esperienze spirituali che hanno caratterizzato  la mia vita fino ad ora. Sono quindi arrivato al primo incontro con  questa esperienza pensando,  come già avvenuto le altre volte nelle varie "lectio", incontri di formazione,  catechesi,  liturgie... , di andare incontro a Qualcuno;  in realtà, alla fine di questi quattro mesi, posso dire che questo Qualcuno era seduto sul ciglio della strada e stava aspettando che io riprendessi con rinnovato  entusiasmo,  il cammino con Lui,  troppe  volte appesantito da quell'abitudinarietà che spesso, ahimè, anche nella vita di fede, ci fa distogliere  lo sguardo dall 'essenziale.   L'esperienza del "Laboratorio di Preghiera e Vita" mi ha quindi ancora una volta confermato  nella fede, ma - se mi è concesso - in modo nuovo; ho iniziato infatti a vivere sentendomi amato per come sono, con tutti i miei limiti e le mie infedeltà, avendo coscienza tuttavia che nella vita di fede, il "sentirsi arrivato" è lo sbaglio più grosso che un cristiano  possa commettere; prendendo coscienza di ciò, cerco di sforzarmi ogni giorno per progredire sempre più nell'amicizia con il Signore e con i fratelli che egli pone lungo il mio cammino, e anche nelle scelte e nelle decisioni che ogni giorno sono chiamato a compiere, mi chiedo: "come avrebbe agito Gesù al mio posto?" .
Certo "pensar come Gesù pensò, amare come Gesù amò" non sempre è facile: occorre impegno, buona volontà e soprattutto  un cuore disposto a lasciarsi guidare dalla Parola di Dio che è come "lampada  che illumina il nostro cammino".
Il percorso del Laboratorio  è stato condiviso con un gruppo di persone, alcune conosciute in quest'occasione, altre già note da tempo, le quali, con le loro testimonianze di fede vissuta,  gioiosa e concreta,  hanno  contribuito  non soltanto ad edificarmi, ma parimenti a farmi chiedere a che punto sia io stesso arrivato con il mio cammino di fede.
Questi fratelli sono diventati per me via via sempre più importanti; assieme a loro ho compreso come il Signore parli a tutti in modo diverso, rispettando i tempi e rispondendo alle attese di ciascuno.
Durante questo tempo, assieme a loro, ho potuto riflettere sulla verità di quelle parole: "...è bello e soave che i fratelli vivano insieme". Un vivo ringraziamento dunque va a ciascuno di  essi,  senza  tuttavia  dimenticare il "protagonista" più importante che è sempre stato Lui, senza il quale nulla sarebbe stato possibile e bello come invece è avvenuto.
In conclusione posso affermare che questi "Laboratori" sono un cammino che augurerei a tutti. Certo, sono impegnativi - spesse  volte, specie dopo una giornata passata ad attendere  ai vari impegni di lavoro, vederci alle 21 di sera, per più di due ore consecutive, non sempre risultava facile - sono cosciente però che tutte le cose belle e importanti della vita richiedono un impegno e una dedizione maggiore, ma, come ho potuto constatare personalmente in quest'occasione,  la "fatica" è ampiamente ricompensata dalla gioia nuova e profonda che, poco a poco,  si fa strada dentro ciascuno.
Si, direi proprio che gioia e pace sono i due termini che hanno scandito questo tempo e che continuano a scandirlo anche adesso che questa fase è finita e che inizia quella forse più impegnativa della quotidianità. Ma nulla è pesante e faticoso se si deve incontrare un Amico che è sempre un passo davanti a noi per indicarci la strada!

Guido Licciardello (partecipante)
Belpasso - Ct
Deserto 11 giugno 2015