venerdì 13 giugno 2014



Come un tralcio nella Vite...


venerdì 13 giugno 2014

Gv. Cap.15, 1-17  “ La Vite e i tralci “

(Meditazione lungo il cammino dei “Laboratori di Preghiera e Vita” di Padre Ignacio Larrañaga)

Il cuore. Che cos’è il cuore?  E’ l’organo che si agita quando la mente percepisce sensazioni negative o positive.
Se sono negative il cuore immette negatività in tutto il corpo, se sono positive, immette gioia, speranza, buoni propositi, amore, misericordia, carità ecc. ecc. .
Questa Parola di Giovanni infonde in me un senso di gioia. Nella sua semplicità c’è una prospettiva d’ immensità:  Dio. Mi dice che nella gestazione spirituale sono legato al cordone ombelicale che permette di sviluppare il mio essere, perché sono legato a Dio Padre che è anche Madre, Lui mi ha generato nella fede, Lui mi conduce, mi richiama  attraverso la Parola, mi guida con i Sacramenti che mi purificano.   Per questo ho il dovere di rinnovare i’adesione a Cristo Signore, come dice il testo: “ se non rimango legato alla vite, non posso portare frutto”.  Non per un senso egoistico della mia fede, ma per un senso di servizio, per rendere testimonianza la quale  influenza con la Sua presenza  gli ambienti che  frequento.
Voglio essere suo discepolo; ho provato il suo amore per me, ho gustato la pienezza della Sua gioia. Come posso allontanarmi, distaccarmi  da questa speranza che vivo ogni giorno nel mio cuore?  Sto percependo una sensazione nuova; tante cose effimere non dominano più la mia persona come prima. Mi rendo conto che più è presente Gesù in me, più mi distacco dalle cose materiali, più  Lui  è  presente  in me, più   io sono presente in Lui, più aderisco alla Parola, più Lui mi guida.
Questo è il giogo della “dolcezza e la leggerezza del suo carico”. Se vivo di Cristo e per Cristo tutto diventa accettabile, sopportabile, perché nelle avversità  della mia vita, è Lui che mi sostiene. Tutto questo non  è  pazzia per me, ma  è  pazzia di Dio, perché  da Lui  ogni cosa nasce e muore. Questo è immutabile e Dio vuole che lo sia anch’io.
Questa riflessione che nasce dal mio pensiero per grazia dello Spirito Santo è una catechesi che serve principalmente a me stesso come impegno con Cristo Signore.  Le mie parole  vengono dallo Spirito. e sono pronunziate con la mia bocca per ritornare nella mia testa e risiedere nel mio cuore. Forse è un meccanismo complicato, ma quando lo Spirito apre la mia mente, io  apro il cuore.
Cristo si presenta  come amico; di alcuni amici mi sono fidato, con loro mi sono confidato, in loro ho riposto la mia fiducia e mi hanno deluso, ma l’Amico Gesù non potrà   deludere mai .
L’altra consolazione è la scelta di Gesù: Lui ha scelto me, come posso deluderlo? Due amici si scelgono quasi vicendevolmente, perché c’è affinità, da questo comprendo che la scelta di Gesù su di me è perché c’è affinità, questo mi da gioia grande, perché nella mia indegnità il Signore mi ha scelto.
Come posso rischiare di essere tagliato dalla vite? Come posso non aderire all’invito che Lui mi fa? Tu sai tutto Signore, disponi di me come  vuoi Tu.

Signore, salvami !...                                                              

Pippo C. (formando - Scuola di Formazione TOV)
Giugno 2014 (Nicolosi - Ct)